VIGNETI
Ricerca e Sostenibilità

Vermicompost

In vigna non usiamo diserbi. La strategia di difesa da noi usata in vigna ha come obiettivo l’avere zero residui nell’uva e, quindi, nelle vinacce. Ne è la prova il fatto che, se così non fosse, i lombrichi rossi californiani grazie ai quali produciamo il prezioso terriccio che usiamo come concime per le nostre vigne, non le mangerebbero per trasformarle in humus. I lombrichi trasformano in vermicompost gli stralci della potatura, il letame di bovini e di cavalli e, appunto, le vinacce. 
Per proteggere le viti si stanno sperimentando trattamenti a base di alghe, composti microbiologici, ma anche a base di «tea compost», un’infusione del vermicompost da noi prodotto che, ossigenato, arricchisce l’acqua di microorganismi utili e competitivi con le principali malattie della vite. 
Il personale aziendale è altamente qualificato, con continui corsi di aggiornamento su potatura soffice e gestione della parete fogliare (Canopy management); si impiegano più di 800 ore manuali a ettaro.

Biodiversità e vita del terreno

Proprietà Sperino ha intrapreso da qualche anno un percorso per monitorare la fertilità del terreno, la biodiversità e la qualità dell’ambiente attraverso indagini naturalistiche e scientifiche svolte in collaborazione con Vitenova (Diversity Bio). Si è proceduto, con l’obiettivo di aumentare la vita del terreno, a “zonare” l’intera azienda sulla base di analisi fogliari, del picciolo, dell’acino e del terreno sia a livello chimico-fisico che soprattutto di biomassa e di respirazione microbiologica. A ciò si è aggiunto lo studio specifico delle diverse erbe presenti grazie alla collaborazione di un botanico, mentre un entomologo si sta occupando di estendere la “zonazione” anche ai tipi di insetti, specialmente in relazione alla presenza di insetti predatori e impollinatori. Ciò ci permette di esprimere al massimo le peculiarità di ogni parcella e di guidare la natura senza mai lasciarla a se stessa, ma nemmeno opprimerla.

Lo Spanna:
il biotipo di Nebbiolo dell’Alto Piemonte.

In azienda c’è una vigna sperimentale dove nel 2005 il Cnr dell’Università di Torino ha piantato i cloni delle vecchie viti locali il cui materiale è stato raccolto tra il 2003 e il 2004 nei vigneti della zona. Dopo circa 15 anni di selezione e sperimentazione, di vendemmie e di micro vinificazioni effettuate sulla discendenza delle piante madri recuperate nei vecchi vigneti dell’Alto Piemonte, il Cnr ha individuato i cloni di Spanna, il biotipo di Nebbiolo locale, quello delle aree pedemontane di Nord-Ovest, così come nelle Lannghe ci sono i biotipi Lampia e Michet, in Valle d’Aosta il Picotener e in Valtelina il Chiavennasca. Nel 2017 abbiamo piantato la prima vigna (una parte di Monfalcone) con barbatelle di solo Spanna.

Giovinè – Bellezza dalla Natura

Un altro uso delle vinacce, in un’ottica di economia circolare, è la produzione di una linea di cosmetici dalle proprietà antiossidanti. Si chiama giovinè ed è nata dall’idea di dare una seconda vita alle vinacce risultanti dalla vinificazione delle nostre uve. Esse diventano una risorsa preziosa per la pelle. L’ingrediente cardine dei cosmetici giovinè è l’estratto ottenuto dalla macerazione delle bucce che contengono polifenoli, antociani e resveratrolo, antiossidanti per natura.

Scopri di più sul sito web di giovinè: 

www.giovinebellezzadallanatura.it/

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